venerdì 30 gennaio 2009

Campionato italiano endas Mezzamaratona

SOTTOTITOLO: meglio tardi che mai

Forse tutti lo sapevano, ma a me era sfuggito (chissàcomemai...), oh e poi de solito acchiappo tutto al volo...
Comunque, ci sono volte nelle quali vale la pena di compiere qualche passo a ritroso, piano piano, per scoprire che ci siamo dimenticati di qualcosa (o qualcuno) per strada. Certo, quando corri è sempre problematico, te casca qualcosa, fermasse, non è una bella cosa.
In questo caso però, trattandosi di un amico, vale la pena, senza dubbio, di tornare indietro e recuperare quello che ti è cascato e rotola via. Fermateloooooo!!!
Tutto 'sto preambolo per raccontarvi (se lo sapete già fate finta di niente) che l'Invernalissima Versione 2008 ha mandato agli archivi un'altra autentica e feroce affermazione del Vecchietto avisino per antonomasia, quello che de vecchio però c'ha ben poco, a parte l'anagrafica. Mauro Cambiotti. Lasciando perdere il crono, infatti (sempre di livello, 1h24'!, comunque), il Maurino, al traguardo della Mezza dell'Inverno, ha conquistato la maglia di Campione Italiano di Mezzamaratona del Circuito Endas.
Bravò (francesismo)! E muscoloso!

Me dicono che anche Italo Tognoloni e Maria Luisa Picchio hanno indossato la camicia di Campioni Italiani sulla MezzaMaratona in oggetto. E allora, che dire? Bravissimi, anche a loro.

l'Insistenza


L'insistenza che si avvinghia alle gambe, pizzicandone il vigore e mordendone la vitalità, e colorandone il grigiore, è un alimento che si sbriciola per la strada, invadendone la linea retta immaginaria che corre veloce col suo bianco livore.
L'Insistenza abbatte muri e siepi, stritola sassi e schiaccia ciuffi d'erba verdi d'impotenza, raddrizza le curve, spezza i rettilinei e sguscia via il sudore dal corpo. Per un momento. Solo per un momento.
L'Insistenza si abbatte sul corpo falcidiato del corridore stanco, costretto a trovare riparo nel riposo forzato. Alla fine.

lunedì 26 gennaio 2009

in memoria di Steve Prefontaine



se oggi corriamo, lo dobbiamo anche a Steve Prefontaine, l'atleta che forse, più di tutti, ha contribuito a diffondere l'amore per la corsa, l'esaltazione del dolore fisico, la propensione all'abbandono totale per l'energia meccanica non risparmiata...

venerdì 23 gennaio 2009

precipitare...dolcemente


Una scarpa gratta l'asfalto, lo addenta, ruota, si flette e delimita lo spazio alla ricerca della stabilità. Il piede ne asseconda i movimenti, rolla con lei, suda dentro, vive dell'armonia fisica condotta dai traumi continui.
L'altra, scivola, al delimitare della strada, urla di instabilità, arranca e si consuma, il piede vorrebbe liberarsene, ma la scarpa lo incatena.
Il baratro sussurra il suo carico di vuoto infinito.

In mezzo, il corridore non fatica a farsi prendere dalla dolcezza del precipizio.

martedì 20 gennaio 2009

Nuvole

L'Uomo aveva il viso disteso mentre attraverso le sue labbra serrate sibilarono parole dritte: "Perchè ti affanni tanto a portare sulla schiena il fardello del tuo dolore? A cosa serve? Cioè, serve a qualcosa? Siediti e ascolta il lamento dei muscoli. Non lasciare che il dolore ficcante e fiaccante, spinoso e mordente, interrompa senza rimedio l'imprescindibile coito con la vita reale. Fatti penetrare dalle fitte. Aspetta il loro ritorno ritmico. Non provare a zittirle".


L'uomo si girò ad ascoltare la voce dura e gelata che aveva interrotto la sua corsa. Non scorse volti o bocche dietro di lui. Solo nuvole nere cariche di pioggia fredda. Si sedette ad aspettare che il temporale gettasse su di lui tutta la sua furia bagnata.

venerdì 16 gennaio 2009

a spirale


visto da lontano, il mondo che corre ti sfugge di mano. neanche si avvicina, procede fluido e dritto e crea una distanza perfettamente uguale a se stessa. incolmabile.
il mondo che corre lo fa non guardandoti. anzi, evita di incrociare il tuo sguardo. va veloce.
ma poi, gira e rigira, correndo in tondo, la spirale su cui costruisce la sua corsa, lo porta ad altezza di occhio. potrebbe guardarti dritto.
ma continua a fregarsene il mondo che corre. che pensi, che ti aspetti?

mercoledì 7 gennaio 2009

Un atleta ... di peso!



Ieri, a Bevagna, nel corso della "Mezza della Befana" ho avuto la conferma di essere uno degli "Atleti di peso" del podismo umbro. Infatti, verso la metò della gara, al termine di una dura salita si sono affiancati due ragazzi della Winner che mi hanno chiesto: "ma quanto pesi tu? Ed io: "Circa 90". "QUANTO???", hanno replicato? ... ed io: "vabbè, forse ho esagerato ... diciamo 89" ... "Ahhhhh ... però vai forte in salita ..."
Stessa cosa mi è stata chiesta all'arrivo, sottolineando, però, che comunque riuscivo a correre abbastanza forte.
Che dire ... è vero, e la foto scattata al cross di Gubbio due domeniche fa conferma la mia attuale "pienezza" (sono certo che il Leo userà nuovamete il termine "GORDO", per descrivere l'ingrata immagine). Però la gamba sta girando bene ed i tempi stanno pian piano migliorando. Per fortuna i "bagordi" natalizi sono finiti, i cui danni sono stati notevolmente limitati grazie alle lunghe escursioni extra-percorso verde, da solo e con con gli amici podisti del cuore (vedi scalata del Tezio, Valbiancara, Panoramica, etc.). Adesso è guerra aperta con la ciccia e poi ... grande maratona di primavera (... l'obiettivo è veramente ambizioso, ma le cose semplici non mi sono mai piaciute ... ). Ricordo a tutti il raduno di domenica prossima al Subasio. Partecipate numerosi. Se saremo fortunati come lo scorso anno, correremo in mezzo alla neve!!!
Un saluto a tutti.
Popof

martedì 6 gennaio 2009

la Bruma del Tezio


Il ghiaccio era pressochè svanito, lasciando spazio non finito a grosse pozze di acqua fangosa che aggiungevano note rumorose al passaggio. Le scarpe arrancavano, mancando la presa su pietre dure dal freddo. La strada che saliva senza posa girava su se stessa, aprendo ferite allo sguardo, costretto a subire lo spettacolo del mondo cangiante che le girava intorno.
Quella piccola cascata, con l'acqua che fluiva liberamente, non c'era niente che ne impedisse il passaggio. Tra i rami degli alberi cercavo di scorgerne la fine. Quell'acqua però, metro dopo metro, continuava il suo corso così, semplicemente, perché non poteva fare altrimenti.
Era talmente chiara e limpida che mi sarebbe piaciuto berne un po' o, meglio, mi sarebbe piaciuto immergermici anche un attimo, mi sarebbe piaciuto veramente.
Ma la bruma del Tezio mi diceva di attendere ancora un po', di lasciare che la galaverna scivolasse ancora sulla pelle coperta di sudore, sui guanti caldi, sul naso ghiacciato e sugli occhi semichiusi e lacrimanti.
La bruma. E' una buona compagna di corsa.

venerdì 2 gennaio 2009

viaggio in valbiancara, restando seduti su se stessi



L'Uomo non ce la faceva ad accettare la vita così come gli era stata offerta, piena di complicazioni e ritardi.
Seduto su quel sasso da così tanto tempo che il culo aveva assunto le sembianze di una palla di pasta da spianare, molle e giallo ed adagiato, vide passare quegli strani ometti vestiti come ballerini dell'Opera, e trasalì, anche poco per la verità, dal suo magico torpore.
Il ghiaccio tardava ancora a tornarsene tra le viscere della terra spaccata e il cielo blu stringeva come una tenaglia buona il paesaggio che intorno palpitava di freddo. Persino le piante avevano i brividi e gli uccelli volavano basso, schivando a fatica le note aguzze dei latrati dei cani che arrotavano la dentatura tra le maglie oblique delle reti verdi. Le loro case bruciavano del calore dei camini incandescenti.
Gli ometti continuavano la loro faticosa corsa e l'Uomo li lasciò andare, massì chissenefrega, che vadano ovunque, ma che ne sanno loro della vita che macina a fatica le sue ore di legno, lasciandoti nella bocca manciate e manciate di aspra e ruvida segatura nocciola.
I ballerini dell'Opera scollinarono nella zona detta della Valbiacara e, mentre sotto si stendeva un manto di freddo nebbioso e stanco, si fermarono e tutto insieme prese un verso strano, quello che risuona nella testa dell'Uomo confuso e seduto. Li ha raggiunti. E si è posato su di loro. Le Mappe. Le Mappe le ha lasciate.